Il Famedio - interno

Un vasto e solenne spazio interno, illuminato dai rosoni, dalle finestre goticheggianti e dalle porte vetrate; cupola – blu cobalto con stelle dorate, affreschi policromi, lapidi commemorative in marmo chiaro

Il "Regolamento del Famedio"

Nel 1886 venne emanato il cosiddetto “Regolamento delle onoranze del Famedio”, informalmente noto con la definizione di “progetto patriottico”, con cui una speciale commissione individuava i criteri di identificazione per scegliere i cittadini meritevoli di essere sepolti in questo luogo. Venne effettuata un'approfondita indagine della storia di Milano, e venne ufficializzato un preciso schema di riconoscimenti (“i benemeriti, gli illustri, i distinti nella storia della Patria”) scansionando attraverso le epoche quali personaggi avessero stabilito i legami più forti con la città, e quali avessero conseguito i maggiori meriti.

Le pareti interne del Famedio sono state riservate da Maciachini con uno spettacolare repertorio di decorazioni pittoriche e plastiche. Lo spazio interno è illuminato da rosoni, finestre goticheggianti e porte a vetrata; la cupola ha un colore blu cobalto ed è trapunta da stelle dorate. Vi sono affreschi policromi, e lapidi commemorative in marmo chiaro. Le mura del Famedio sono state divise in tre fasce: una superiore, con i nomi dei cittadini “illustri e benemeriti” vissuti tra il IV secolo e la metà del XVIII secolo; una intermedia per quelli vissuti tra il 1750 e il 1850, prevedendo delle semplici iscrizioni per i “benemeriti” e dei profili a rilievo per gli “illustri”; ed infine una compagine inferiore per l'epoca contemporanea, ugualmente divisa secondo le categorie di merito. La parete di fronte all'ingresso è stata invece riservata alle iscrizioni di coloro che hanno onorato la città, anche se vi hanno dimorato solo temporaneamente.

 

L'Onore del Famedio

"L'onore del Famedio" non comporta necessariamente la sepoltura nel luogo, bensì la menzione del proprio nome.

Il primo a ricevere questo onore fu Alessandro Manzoni (1785-1873), le cui spoglie furono trasferite nel Famedio nel 1883 in occasione del decimo anniversario della morte. Originariamente il grande sarcofago in marmo contenente le illustri spoglie era posizionato lungo la parete di fondo ma nel 1958 gli si volle dare una collocazione più degna per cui il sarcofago venne portato al centro sotto la grande cupola e posto sopra un alto basamento con rilievi in bronzo dello scultore Giannino Castiglioni (1884-1971). L’anno successivo vennero poste nel Famedio le spoglie di Carlo Cattaneo (1801-1869) che era deceduto 15 anni prima. Il suo sarcofago, posto nel braccio destro della pianta a croce, fu arricchito, nel 1958, da un busto eseguito in precedenza dallo scultore Metello Motelli (1833-1902). Venne poi tumulato (in parete) il celebre medico e filosofo Carlo Forlanini (1847-1918) e l’architetto Luca Beltrami (1854-1933). Accanto al sarcofago di quest’ultimo è posizionato su una colonnina un ritratto a mezzo busto, opera dello stesso Castiglioni. Negli anni successivi l’onore della sepoltura nella parte “centrale” del Famedio (tumulati entro parete) toccò al giornalista e politico italiano Leo Valiani (1909-1999), all'artista e designer italiano Bruno Munari (1907-1998) e al poeta premio Nobel Salvatore Quasimodo (1901-1968). Nella parte "centrale" sono ricordati, anche se sepolti altrove, personaggi che hanno reso grandi servigi alla patria. Nel braccio sinistro, troviamo un busto di Giuseppe Mazzini (opera di Angelo Montegani) che è sepolto a Genova nel Cimitero di Staglieno. A destra dell'ingresso, un altro busto ricorda Giuseppe Verdi (opera di Emilio Quadrelli), che è tumulato nella Casa di Riposo per Musicisti da lui fondata in piazza Buonarroti a Milano.

Sulle pareti vi sono delle grandi lapidi di marmo che riportano centinaia di nomi di uomini e donne, sepolti in altri cimiteri, alle quali la città di Milano e  la Nazione tutta devono onore e gratitudine.

In un angolo sono collocate tre alte stele in bronzo con incisi i nomi delle persone altamente benemerite, che hanno avuto stretti rapporti con la città. Le loro spoglie giacciono nei “colombari” collocati nella Cripta sottostante il corpo del Famedio. Al centro della parete di fondo una grande lapide è dedicata alla memoria dei caduti in Russia (1941-1943) mentre un'altra, verso il lato destro, ricorda i caduti dell’Arma dei Carabinieri.  

 

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